Lavorare come Counselor Indipendente. Intervista a Silvia.

Classe 1989, Silvia è Counselor indipendente, si occupa di progetti formativi e di project management. Cosa significa ? Significa che lei « cerca di scovare il valore nascosto dietro al (nostro) guscio, e crearvi una crepa per scorgere il luccichio », come illustra il logo della sua azienda, rappresentante un uovo d’oro.
(In parole povere? In ognuna di noi si nasconde una gallinella dalle uova d’oro, basta darsi la possibilità di scoprire il proprio talento e la propria propensione).
Sociologa di formazione, Silvia ha lavorato nell’ambito degli eventi per otto anni, e un giorno di un po’ più di un anno fa ha deciso che dell’« l’interesse verso gli esseri umani » che l’ha sempre caratterizzata, voleva farne il suo mestiere. Grazie alla sua testimonianza possiamo vedere che essere giovani libere professioniste in Italia è (ancora) possibile. Con un po’ di caparbietà e una buona dose di olio di gomito. Intervista.

Puoi raccontarci di cosa ti occupi oggi ?

Silvia Demaria : Da un anno e mezzo ho avviato la mia attività di Counselor. Il mio lavoro si compone di due parti: i progetti formativi – per ragazzi e per adulti – nell’ambito della comunicazione e della motivazione personale, e l’organizzazione eventi.

Quale è stato il tuo percorso di studi e come ti sei diretta verso questa scelta ?

All’epoca dell’iscrizione all’Università di Sociologia di Torino lavoravo per una società di organizzazione eventi che al termine della triennale mi ha proposto un impiego a tempo pieno. Ho accettato, senza seguire la specialistica. Fin da subito però ho sentito la mancanza di qualcosa; sebbene il mondo degli eventi mi sia sempre piaciuto, non mi riconoscevo appieno nella sua connotazione prettamente commerciale. Ho sempre provato un forte interesse verso ‘gli esseri umani’ e ho quindi deciso di iscrivermi al corso triennale per diventare Counselor Professionista presso l’Adler Institute di Torino (tutto ciò – anche se Silvia non ce lo dice – continuando a lavorare a tempo pieno… Ndr). Attualmente continuo la mia formazione con training formativi all’estero, convegni, seminari… Non si finisce mai !

Prima di fondare la tua attività attuale, quali altri lavori hai svolto e come pensi che queste esperienze ti abbiano influenzata e aiutata ad arrivare dove sei oggi ?

Ho iniziato a lavorare quando a 19 anni – alla fine del liceo – desideravo partire per fare due viaggi, e ho capito che i miei genitori me ne avrebbero finanziato… Mezzo ? Per guadagnare i soldi necessari ho trovato un impiego come animatrice per bambini di giorno, e gelataia di sera. Per quanto riguarda il fare la gelataia, ho abbastanza presto capito che l’arte del cono non mi appartiene per nulla, e che il sorriso è un ottimo allenamento quotidiano. Facendo l’animatrice invece ho incontrato quello che sarebbe diventato il mio capo, Andrea, per il quale ho iniziato a lavorare presso la società Kiwi srl. In lui ho trovato un modello professionale, spesso una guida personale, e ho imparato tutto quello che so sugli eventi. Al di fuori della mia famiglia il mio « capo » è stata la prima persona a vedermi come una giovane adulta, e ad aiutarmi a capire il genere di persona prima e professionista poi volessi diventare.

Quali sono le più grandi soddisfazioni che trai dalla tua carriera, e quali le grandi paure ?

In ambito formativo, le maggiori soddisfazioni sono quelle umane, e sono veramente grandi. Percepire l’interesse delle persone durante un incontro formativo, rispondere alle loro diverse domande durante le pause caffè, ricevere dei ‘grazie’ i giorni successivi un incontro per sms o mail… Tutti segnali del fatto che si sia riusciti a creare un clima disteso e ‘protetto’, all’interno del quale le persone si sono sentite libere di esprimersi, senza aver paura del ‘giudizio’.
Per quanto riguarda l’organizzazione di eventi invece, ci sono due momenti che ritengo sempre essere magici. Primo, quello che precede la ‘partenza’, un attimo in cui mi fermo ad osservare lo spazio intorno a me un’ultima volta e a pensare « ok, siamo pronti », dopo settimane e a volte mesi di preparativi ; l’attimo in cui l’adrenalina è alle stelle, la tua squadra si auto definisce e i pezzi del puzzle trovano il loro posto. Il secondo momento magico è quando vedi che il cliente si diverte durante il suo evento ; lì capisci che hai fatto bene il tuo lavoro, hai vinto, e ti godi questa ciliegina sulla torta.
E per quanto riguarda la paura, è la figlia del dubbio: sarò all’altezza anche questa volta ? Perché ogni volta è una scommessa.

Che consiglio dai a tutte le persone che stanno cercando la loro strada nel mondo del lavoro ?

Bisogna essere realistici, a volte la necessità di lavorare ci impone una certa strada più che lasciarci la possibilità di sceglierla. Però non c’è motivo per cui non si possa continuare a chiedersi: cos’è che mi appassiona, mi da energia? Cosa amo fare? Se oggi il mio lavoro non mi piace, cosa posso fare IO perché mi piaccia domani?
Quando parlo con persone insoddisfatte dalla loro posizione lavorativa chiedo loro “Si, ma tu cosa vorresti fare?” e spesso non sanno rispondermi.
Questo per me è il punto di partenza. Limitarci a osservare ciò che non ci piace e non ci soddisfa ci impedisce di concentrarci su quanto di bello possiamo realizzare, e ci impedisce di iniziare a costruirlo.

Potessi tornare indietro nel tempo, una cosa che rifaresti e una che cambieresti

Rivivrei gli 8 anni presso Kiwi, che considero essere la base che mi ha permesso un anno e mezzo fa di scegliere di prendere una strada mia, e oggi di camminare con le mie gambe.
E, potessi tornare indietro, farei l’Erasmus.

Per conoscere meglio Silvia e il suo lavoro, cliccate qui.

AUTHOR : Caterina Grosso
PHOTOS: Silvia Demaria
Caterina
caterina.gro@gmail.com

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