Le nostalgie dell’italiana all’estero. Perché Sanremo é Sanremo!

tiziano ferro

Dopo un breve ma intenso entusiasmo iniziale, una volta che ti trasferisci all’estero cominciano a mancarti svariate sfaccettature di quel tuo magnifico Paese che é l’Italia.
Ed é a quel punto, che arriva più o meno dopo 5-6 mesi di pain au chocolat burroso al posto della brioche e mozzarelle che potrebbero benissimo essere scamorze, che il livello di malinconia di italianità comincia a crescere a dismisura.
Cominci allora a guardare famelicamente serie televisive come “I Cesaroni” (6 stagioni, infinite puntate, mai abbastanza), per poi attaccare con qualsiasi cine-panettone o telegiornale italiano. Perché si, ora che sei  via non trovi più snervante guardare il servizio giornaliero sul cane Bobby abbandonato in autostrada o sulla nonna Camilla che compie 101 anni “oggi , in provincia di Forli’”.
E poi ci sono gli eventi italiani, quelli che tu e la coinquilina (ovviamente di Piacenza la coinquilina, che la domenica ti impasta il tortellino), segnate sul calendario mesi prima. L’importanza dell’evento si distingue grazie al colore dell’evidenziatore. Giallo: trascurabile. Es puntata finale della mini-serie RAI di turno  Arancione: interessante, ma non imperdibile Es film di Don Camillo  Rosso: prendersi mezzo pomeriggio da lavoro al fine di prepararsi degnamente (si  richiede infatti per l’occasione una toelettatura particolare e il vestito  della domenica)
Es  Sanremo, quando calendario travestito da peperoncino pugliese grida l’importanza sacrale della serata con un bel rosso vermiglio.
Per l’occasione la casa viene pulita da cima a fondo – non sia mai che Carlo Conti possa vedere attraverso lo schermo che la polvere l’abbiamo passata ben 3 giorni fa – e si mettono  su pentole, tegami e tortiere almeno 48 ore prima.
Rispettosissima nei confronti di questo momento di grande emozione tu prepari la tavola che nemmeno a Natale, ti infili i tacchi per la prima volta da mesi, e chiami a raccolta la comunità italiana, che da ogni arrondissement di Parigi si reca fedelmente in pellegrinaggio nel tuo salotto.
Per l’occasione si sono sacrificati pacchi di soppressa e sottaceti spediti per posta da amorevoli madri, si é “uscito il vino buono” e si sono declinati diversi inviti romantici.
E vuoi mettere, uscire con un bel francese in confronto a guardare in diretta l’abbronzatura del Carlone, che accanto a lui Tiziano mi sembra uno straccetto lasciato troppo al sole ad asciugare nel mese di agosto?
Nulla  puo’ farti rinunciare al rivedere Nek in TV, che tu eri convinta che dopo la tua 5° elementare lui si fosse definitivamente ritirato a vita privata insieme agli Aqua e alla Spice Girls, e che tutti insieme avessero aperto un villaggio vacanze.
Ma é quando vedi che tutti si commuovono guardando la riunificazione di Albano e Romina che ti rendi conto che tutto cio’ é troppo.
Che ti manca troppo l’italianità. Il caffé e brioche la mattina al bar, con la barista imbronciata e sbrigativa. Il mercato del sabato, che il banchettaro per farti comprare un kg di mele ti direbbe che sei la più bella del mondo, e tu ti sei appena alzata, sei in tuta e hai il puciu in testa.  Il pranzo della domenica, con la nonna e il vassoio di paste, che tu e tua sorella vi sfidate a manolesta per prendere l’ultimo bigné al cioccolato. Che quello allo zabaione lo si compra sempre ma non lo si mangia mai.
Ecco, ci devi tornare un po’ in Italia, cosi’ dopo un po’ almeno poi puoi rientrare in Francia, “li dove vedrai che un lavoro lo trovi di sicuro”,  e sospirando un po’ malinconica almeno ti puoi consolare pensando
vabbé, c’hanno tanti difetti  sti francesi, ma la coda alla cassa la fanno proprio  bene

AUTHOR : Caterina Grosso
PHOTOS: Pinterest

Caterina
caterina.gro@gmail.com

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