Scream it out loud. La moda all’ultimo grido.

Non esternare la rabbia o il senso di frustrazione fa male alla salute. Aumenta le possibilità che le coronarie ci abbandonino prima del dovuto, provoca episodi di incontrollate abbuffate notturne e e aumenta il rischio di scoppiare come una pentola a pressione mal chiusa nei momenti più inopportuni.  Moda ‘all’ultimo grido per evitare tutto ciò? La rage room. Già esistente a Dallas e a brevissimo disponibile a NY, Chicago e LA – ma anche in Asia e presto à Paris – la pratica è piuttosto semplice.

Previo pagamento di 75 verdoni, e dopo esserti imbarcata in una ‘tuta di protezione’ – fornita dallo stabilimento – entri in una stanza, e spacchi tutto. Ma proprio tutto tutto.

Ogni cosa è pronta : nella sala ci trovi piatti, bicchieri, martelli, mattarelli, guantoni da box… A piacere e su richiesta foto di ex fidanzati, suocere, vecchie professoresse di matematica e pure quella della fighetta della tua classe del liceo.

E lì, dai sfogo al bicipite de fero. Metti a dura prova le corde vocali e arricchisci il tuo già piuttosto nutrito vocabolario da scaricatrice di porto. Esterni i rancori della settimana, dell’adolescenza e anche quelli futuri. Che se ti porti un po’ avanti col lavoro male non ti fa.

Se però sei un po’ inibita, se non riesci a prendere a mattarellate un muro, o se la distruzione seriale di servizi da tè in porcellana ti fa sentire in colpa, puoi sempre seguire l’esempio di Angelina. Tra un tournage, uno shooting  e un ballo di beneficienza infatti, la Jolie ha cominciato a praticare la ‘underwater screaming therapy’. In buona sostanza prende un bel respiro profondo, si immerge nella sua piscina olimpionica  coperta e riscaldata, e caccia un bell’urlo liberatorio.

Che ammetto che nella vasca casalinga 80X75cm forse la stessa cosa non è, ma c’è sempre la versione della piscina comunale la domenica mattina. Con la cuffia in lattice e il costume intero firmato Decathlon.

Nel caso in cui non ci si sentisse in vena di essere arrestate per atto osceno in luogo pubblico – più per la cuffia e il costume intero firmato Decathlon, piuttosto che per l’urlo in apnea – e volendo evitare l’umiliazione pubblica, studi hanno dimostrato i benefici della “pillow rage therapy”.

Una volta rientrata a casa la sera, e dopo aver stappato una bottiglia di vino rosso o di birra trappista secondo i gusti, si prende un cuscino – da letto o da arredamento, a seconda del grado di sfogo da effettuare – e ci si grida dentro tutti gli insulti imparati negli anni di vita, in diverse lingue e intonazioni.

Perché a volte « screming is bad for your voice but sometimes its good for the heart« .

AUTHOR : Caterina Grosso
PHOTOS: Pinterest

Caterina
caterina.gro@gmail.com

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